Il governo ha ritenuto indispensabile la sanificazione degli ambienti di lavoro e l’utilizzo dei dispositivi di protezione per tutte quelle attività dove oggettivamente è impossibile rispettare la distanza di sicurezza di un metro.
Nel Decreto rilancio sono stati inseriti degli aiuti economici per ridurre questi costi (sanificazione e dpi). Le agevolazioni sono riconosciute a titolo di credito d’imposta e coprono il 60 per cento della spesa.
L’adeguamento del sistema di lavoro e degli ambienti è stato ritenuto una necessità per gli esercenti di attività d’impresa, arte o professione che sono aperti al pubblico. Ma anche per le associazioni, le fondazioni e altri enti privati e del terzo settore.
L’articolo 120 del decreto legge numero 34 del 2020 ha riconosciuto il credito d’imposta del 60 per cento delle spese sostenute fino a un massimo di 80mila euro. E naturalmente è riferito a tutti gli interventi che sono stati prescritti dalle autorità sanitarie per prevenire e arginare la diffusione del coronavirus.
Il credito d’imposta è utilizzabile anche per altri interventi:
- il rifacimento di spogliatoi e mense;
- la realizzazione di spazi medici, ingressi e spazi comuni;
- l’acquisto di arredi di sicurezza;
- investimenti in attività innovative, ivi compresi quelli necessari ad investimenti di carattere innovativo, quali lo sviluppo o l’acquisto di strumenti e tecnologie necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa;
- l’acquisto di apparecchiature per il controllo della temperatura dei dipendenti e degli utenti.Il credito d’imposta è anche cumulabile con altre agevolazioni previste per le stesse spese. Ma sempre nel limite dei costi sostenuti. La fruizione è ammessa fino a 10 anni e solo in compensazione.
Fonte: articolo pubblicato sul sito thewam.net – qui è possibile leggere l’articolo originale